Sabato scorso, 11 luglio, l'incontro che dà avvio ufficiale alla sperimentazione del Contratto di Fiume, patto fra enti territoriali e operatori privati volto a rilanciare, in chiave sostenibile, i territori compresi nel bacino idrografico dei fiumi Sele, Tanagro e Calore salernitano. Promossa dall'Ente Riserve Naturali “Foce Sele - Tanagro” e “Monti Eremita-Marzano” e Regione Campania, l’iniziativa si è tenuta presso l’Hotel Terme Capasso, a Contursi Terme.
Dopo il forzato rallentamento dovuto all'emergenza epidemiologica in corso da Covid19, i prossimi mesi saranno dedicati ad un’accelerazione dei lavori con l’organizzazione di cinque laboratori tematici su rischi naturali, paesaggio e turismo, urbanistica, agricoltura, gestione della risorsa idrica, preceduti da incontri con gli stakeholder locali: consorzi di bonifica, imprenditori del turismo, agricoltura e zootecnia, terzo settore. Solo successivamente si potrà arrivare alla stipula finale del Documento Strategico che vedrà la sua forza nella programmazione partecipata. L’obiettivo è recuperare la qualità delle acque, fronteggiare il rischio idrogeologico e porre le premesse per uno sviluppo economico sostenibile, in attuazione della Direttiva Quadro europea 60/2000 sulle acque. In campo, un primo finanziamento per la fase di start up e un successivo percorso che, nella nuova programmazione economica regionale, mira ad intercettare numerosi fondi nazionali ed europei.
Nel rispetto delle disposizioni sanitarie per limitare la diffusione del Covid19, la partecipazione alla riunione è stata riservata agli amministratori dei 40 comuni e ai presidenti delle 5 comunità montane locali interessati dai corsi d’acqua e rientranti nel territorio dell’Ente Riserve. A fare gli onori di casa, l’avvocato Luigi De Lisio e il Presidente dell’Ente Riserve, prof. Antonio Briscione, che hanno introdotto i dirigenti regionali della cabina di regia. Relatori, il Vicepresidente della Campania, on. Fulvio Bonavitacola, il Presidente della commissione Bilancio e Finanza regionale, on. Francesco Picarone, la Presidente del Consiglio Regionale, on. Rosetta D’Amelio, il Dirigente regionale, dott. Romeo Melillo, il Responsabile tecnico dell’Ufficio Contratti di Fiume, dott. Gerardo Lombardi, e la dott.ssa Daria Rizzo della Sogesid Spa.
Dagli interventi è emerso, con forza, il connotato assolutamente unico dello strumento del Contratto di Fiume, un’occasione da cogliere per l’intero territorio, il cui valore aggiunto è dato dall'approccio “bottom up”.
"Il dna di questo nuovo soggetto è strutturalmente diverso dai precedenti”, ha chiarito l’on. Bonavitacola, rispondendo ai timori di chi pensava all'ennesimo progetto calato dall'alto.
“Il concetto passato dei poli di sviluppo”, ha spiegato, “era guidato dall'idea che insediare, in qualsiasi luogo, un'industria proveniente da fuori portasse sviluppo. I Contratti di Fiume sono totalmente diversi, mirano a un polo radicato sulle vocazioni del territorio. È un organismo nelle vostre mani, un solido contenitore che, come tale, diventa prestigioso solo col contenuto”.
Nell'intervento di Bonavitacola c’è spazio anche per la visione prospettica di un nuovo turismo che punti a valorizzare le aree interne e i borghi antichi come luoghi in cui rifugiarsi dal “mondo delle nevrosi”. Per Bonavitacola, infatti, “c’è una nuova domanda di qualità della vita, mangiar sano, respirare aria pulita, recuperare i tempi lenti e il silenzio di una volta. Il Contratto di Fiume serve anche per andare incontro a queste necessità”.
A integrazione del significato profondo del Contratto di Fiume, il Presidente Antonio Briscione ha sottolineato che “gli Enti pubblici, gli operatori privati e il terzo settore rappresentano il fulcro del Contratto di Fiume: dal loro qualificato contributo e dall'apporto dell'Ente Riserve dovrà venir fuori la strategia di sviluppo in grado di caratterizzare gli investimenti del prossimo decennio dei nostri territori. È un contratto ‘sperimentale’. Grazie alle sinergie con i diversi attori coinvolti e grazie al sostegno della Regione Campania, riusciremo a consentire che si possa esplicare la straordinaria forza di questo strumento di programmazione negoziata”.
La Regione e l’Ente Riserve hanno inteso coinvolgere sin da subito tutti e quaranta i comuni che rientrano nell'area naturale protetta, con la possibilità di estendere immediatamente la sottoscrizione anche agli altri 20 comuni che rientrano nel bacino idrografico del fiume Sele.
Non è mancata la citazione di una delle più recenti scommesse dell’Ente Riserve, il progetto “Le Terre dei Parchi”, la pasta realizzata con i grani antichi coltivati con metodo biologico nei terreni rientranti nell'area naturale protetta. Partito lo scorso anno come progetto pilota, è ora alla vigila della prima distribuzione dei prodotti trasformati e vede già ampliare il bacino di produttori con l’ingresso del Parco Regionale dei Monti Picentini e, a breve, del Ente Parco Regionale del Taburno Camposauro, seguendo la valorizzazione delle filiere e del mantenimento della funzionalità ecologica, stimoli alla manutenzione conservativa del territorio. Il Contratto di Fiume sarà anche un modo per rafforzare la qualità ambientale, presupposto immancabile per iniziative come questa.
Il Presidente Antonio Briscione ha poi tracciato la road map degli appuntamenti con il tessuto imprenditoriale locale e con il terzo settore che, insieme alla raccolta delle proposte tramite apposito portale web, rappresenterà l’applicazione della strategia dal basso che porterà alla stesura del documento programmatico del Contratto di Fiume vero e proprio.